sabato 27 dicembre 2014
martedì 16 dicembre 2014
sabato 13 dicembre 2014
martedì 2 dicembre 2014
venerdì 28 novembre 2014
mercoledì 12 novembre 2014
lunedì 10 novembre 2014
martedì 4 novembre 2014
giovedì 30 ottobre 2014
mercoledì 29 ottobre 2014
martedì 28 ottobre 2014
sabato 25 ottobre 2014
in Giallo...
Etichette:
Nepal,
persone,
street photo,
viaggio
mercoledì 22 ottobre 2014
Giochi
lunedì 20 ottobre 2014
giovedì 16 ottobre 2014
martedì 14 ottobre 2014
domenica 5 ottobre 2014
giovedì 5 giugno 2014
I colori dell'anima al Daytona Cafè
Fino alla fine di giugno la mostra fotografica 'I colori dell'anima' sarà visibile presso il Dayona Cafè di Ravenna in via Faentina 170.
mercoledì 28 maggio 2014
martedì 27 maggio 2014
domenica 25 maggio 2014
lunedì 19 maggio 2014
martedì 13 maggio 2014
domenica 11 maggio 2014
venerdì 9 maggio 2014
giovedì 1 maggio 2014
Parentesi
'Ogni
persona era stata una piccola rivelazione di quanto l’animo umano fosse immenso
e vario.
Ognuno
di loro era un pozzo profondo in cui pescare il senso dell’esistere.
Chiunque
aveva qualcosa da dire, da dare.
Ogni
percorso un suo significato, non sempre chiaro.
Ognuno
un insegnamento da impartire.
L’uomo
che, in fila alla cassa del supermercato, non riusciva a resistere e iniziava a
mangiare i cioccolatini ancora da pagare. Come ciliegie per i merli.
E,
una volta giunto il suo turno, sfoderava una voce melodiosa.'
tratto da 'Come i binari' di Liliana Casadei
domenica 27 aprile 2014
martedì 22 aprile 2014
Il quartiere
Renato
non si sentiva più lo stesso uomo di prima, quell’uomo di poche parole a cui
confidare la propria vita.
Il
cambiamento cresceva in lui come un bulbo a primavera. Silenzioso.
Lentamente
il castello che aveva creato intorno a sé era crollato e con lui stavano crollando
tutti i castelli intorno.
Nessuna
legge assoluta, nessun regolamento a comandarlo.
Era
rimasto solo lui, superstite in ogni scelta.
Sapeva
che non avrebbe mai trovato pace in un mondo che permetteva si morisse
ingiustamente, ma una cosa della sua società la amava: la civiltà innata. La
regola morale per cui la gentilezza è meglio della maleducazione, la stessa
regola morale che spinge le persone a non insultarsi, ma a dialogare
civilmente, a sorridere con sincerità, a salutare entrando in un locale, a
cedere il passo alla donna anziana davanti al portone o al cagnolino a
passeggio. La regola morale secondo cui la violenza è un atto estremo ed
imperdonabile.
Amava
il buonsenso, quello che permetteva a lui e a tutti i suoi simili di camminare
per la strada senza essere insultati gratuitamente, presi a calci o derubati
con la forza.
Amava
la civiltà innata che era l’opposto della diplomazia, falsità mascherata da
gentilezza.
Al
tempo stesso accettava l’inciviltà e, prendendo le distanze, la guardava. Poiché
solo da una certa distanza avrebbe potuto vedere le cose chiaramente.
Che
persone erano quelle che lo circondavano?
Quella
mattina niente lo spaventava. Nemmeno le parole taglienti di un ubriacone
arrabbiato che lo tiravano al centro dell’attenzione, nemmeno lo sguardo
curioso della folla sul suo corpo in ombra.
Sentiva
di potersi superare.
Era
solo un altro pazzo tappato nel manicomio con tutti gli altri.
Avrebbe
sorriso al mondo intero, salutato ogni faccia che incontrava.
La
sera, guardando la luna attraverso il vetro sporco, provò ad immaginare il suo
futuro lontano da lì. Una città caotica piena di luci. Una casetta di montagna
in cui affondare nel silenzio.
Magari
avrebbe lavorato il legno come mestiere. Magari avrebbe buttato spaghetti
davanti ad un minimarket. Magari avrebbe capito quello che voleva.Finalmente.
tratto 'Come i binari' di Liliana Casadei.
http://www.arduinosacco.it/product.php?id_product=1077
lunedì 21 aprile 2014
martedì 15 aprile 2014
sabato 12 aprile 2014
mercoledì 9 aprile 2014
martedì 8 aprile 2014
domenica 6 aprile 2014
mercoledì 2 aprile 2014
domenica 30 marzo 2014
mercoledì 26 marzo 2014
Certe persone
"(...)
Certe persone ti aiutano da lontano e sai che ci saranno sempre.
Entrano nella tua vita e non escono più.
(...)'
da "Come i binari" di Liliana Casadei
http://www.arduinosacco.it/product.php?id_product=1077
Certe persone ti aiutano da lontano e sai che ci saranno sempre.
Entrano nella tua vita e non escono più.
(...)'
da "Come i binari" di Liliana Casadei
http://www.arduinosacco.it/product.php?id_product=1077
lunedì 24 marzo 2014
Olive
Etichette:
cibo,
Marocco,
street photo,
viaggio,
visioni
mercoledì 19 marzo 2014
Il respiro è la vita che ti passa attraverso
“La nostra
esistenza si consuma tra la nascita e la morte. Due date importanti, quelle che
vengono ricordate quando si parla di un personaggio storico, di un pittore, di
un poeta. Tutto quello che c’è in mezzo è come l’acqua per un fiore.
Il respiro è la
vita che ti passa attraverso.”
tratto da "Come i binari" di Liliana Casadei
http://www.arduinosacco.it/product.php?id_product=1077
lunedì 17 marzo 2014
domenica 16 marzo 2014
venerdì 14 marzo 2014
L'essere umano....
(...)
"L'essere umano tende inesorabilmente a crearsi delle mura intorno, ha troppa paura della libertà.
Ognuno di noi cerca una collocazione in cui posizionarsi: un posto nel mondo.
Ci si aggrega per non sentire l'eco della propria voce come unica risposta alle nostre domande.
Insieme abbiamo meno paura anche della morte."
(...)
da "Come i binari" Liliana Casadei.
http://www.arduinosacco.it/product.php?id_product=1077
"L'essere umano tende inesorabilmente a crearsi delle mura intorno, ha troppa paura della libertà.
Ognuno di noi cerca una collocazione in cui posizionarsi: un posto nel mondo.
Ci si aggrega per non sentire l'eco della propria voce come unica risposta alle nostre domande.
Insieme abbiamo meno paura anche della morte."
(...)
da "Come i binari" Liliana Casadei.
http://www.arduinosacco.it/
giovedì 13 marzo 2014
martedì 4 marzo 2014
Voglio credere.......
“Voglio credere
che le difficoltà abbiano davvero un senso. Ce l’hanno per forza.
La cosa che ti
aiuta di più è il sapere di non essere solo, di poter condividere con altre
persone la condizione in cui ci si trova.
Consola.
Consola davvero
tanto.
Altrimenti
bisognerebbe mollare, ma non solo io.
Mollare tutti
quanti insieme. Una protesta alla vita crudele e alle ingiustizie.
E invece no.
Ogni mattina ci alziamo dal letto e proseguiamo il cammino. Anche chi si
lamenta sempre lo fa, magari a modo suo, ma lo fa.
Ognuno di noi ha
un motivo per cui alzarsi dal letto. E se anche apparentemente non c’è. C’è.
Ricordo di aver
conosciuto una donna malata che, grazie alle necessità del suo cane, si sentiva
in obbligo di fare determinate cose. Ecco, si, di non mollare.
E ce l’ha fatta.
Perché quando la
mente si arrende, il corpo crolla.
Il corpo subisce
l’influsso dell’anima in una maniera spaventosa.
La piccolezza di
certi problemi diviene eclatante davanti ad immani disgrazie.
E allora ci
sentiamo piccoli e stupidi per aver desiderato un frivolo oggetto, per averne
fatto motivo di preoccupazione.
Le sciocche
ambizioni impallidiscono di fronte al senso di questa esistenza. Quello reale,
che vive lontano dall’essere alla moda, dal frequentare certi locali,
dall’essere impeccabile davanti al giudizio di altre mille coppie di occhi.
L’altro giorno,
in fila dalla dottoressa, ho visto entrare una donna ansimante. Tutti i
presenti la guardavano. Venti occhi su di lei.
La donna
sembrava alquanto provata. Respirava ad
un ritmo forsennato.
Pochi minuti
dopo il suo ingresso, la donna delle pulizie è uscita dal bagno. Le due signore,
che chiaramente si conoscevano, hanno iniziato a parlare.
Essendo vicino a
loro, inevitabilmente ho sentito quello che dicevano.
Ho scoperto che
la donna affaticata era affetta da una patologia grave ai polmoni e,
oltretutto, raccontava all’altra donna della difficile situazione familiare che
aveva a casa. Diceva di doversi occupare di una persona anziana.
La sentii dire
“Anch’io ho i miei momenti di crisi.”
Come per
giustificarsi, come se tutta quella situazione non la giustificasse a
prescindere.
In quel momento
ho pensato a quante volte mi faccio prendere dal panico per nulla. Tutti noi lo
facciamo.
Ricordo che
diceva di voler fare la ragazzina venendo fino lì in bicicletta. E mi fece
tenerezza, per tutta la grinta che aveva dentro.
L’altra signora
la ascoltava comprensiva.
La forza di
quella povera donna malata mi ha colpito e la porto con me.
È un esempio per
tutti, senza dover cercare chissà dove tra nomi illustri e personaggi
originali.
L’essere umano
sa abituarsi davvero a tutto.
Quello che ci
spaventa viene assimilato o rifiutato categoricamente.
Ma le montagne
non vanno accerchiate, vanno scalate!”
http://www.arduinosacco.it/product.php?id_product=1077
domenica 2 marzo 2014
Acquerelli.......
Etichette:
animali,
colori,
Marocco,
street photo,
viaggio
lunedì 17 febbraio 2014
Sera blu...
Sera blu.
Sera azzurra.
Nebbia.
Il treno corre.
La tenda che
sbatte
e fa rumore.
Sono parte di
questa notte
che urla al
cielo,
con i suoi
rimorsi,
i suoi sensi di
colpa.
La pianura si
estende
dentro la mia
anima sorda.
Nuvole,
tetto di marmo.
L’asfalto
bagnato
grida al cielo
il suo odore.
Le case si
chiudono
come lumache
impaurite.
tratto da 'Come i binari'
domenica 2 febbraio 2014
tratto da Come i binari.................
(...)
(...)
tratto da "Come i binari" di Liliana Casadei.
http://www.arduinosacco.it/product.php?id_product=1077
"Renato
se ne andò dopo il brindisi, ingurgitando in fretta quello che aveva nel
bicchiere e dicendo che si sarebbero visti la sera dopo.
Gli
sembrò di scappare.
Stava
scappando da una delle sue paure, la stessa che aveva visto dentro quei due
occhi cangianti.
La
paura della vita, quella che si nasconde nelle pieghe inaspettate degli eventi
che non sai affrontare. Nell’imprevisto. La paura di uscire da uno schema, da
un ingranaggio ben oliato, da un rituale consolidato.
Quella
ragazza era una vittima.
Era
la vittima più antica di tutte, era la preda, era il fiore che viene
sacrificato prima di diventare frutto.
Era
tutte queste cose insieme.
Era
la paura di crescere."
(...)
tratto da "Come i binari" di Liliana Casadei.
http://www.arduinosacco.it/product.php?id_product=1077
domenica 26 gennaio 2014
Come i binari..
http://www.arduinosacco.it/product.php?id_product=1077
“La solitudine che permea questa società è avvilente.
Da tempo sostengo che tale condizione, quando non desiderata, porta le
persone ad un livello di tristezza ed autocommiserazione senza pari.
Eppure basta uscire di casa per andare al supermercato per rendersi conto
di quanto tutto questo sia reale. La nostra impotenza combatte con la necessità
di mantenere le distanze da tutto ciò che genera in noi possibile dolore.
Una donna anziana che fa la spesa. Compra una barretta di cioccolata.
L’occhio cade inevitabilmente dentro il carrello. Pochi cibi. Scelti
accuratamente. Questa è la prima impressione.
Superficiale.
Le guardo la gobba e subito i piedi. Scarpe di una volta, di quelle nere di
cuoio.
Ferma una commessa.
La ragazza, avvilita dall’ennesima interruzione del suo lavoro, le risponde
in maniera sbrigativa.
E pensare che quell’informazione le serviva davvero.
Ecco questo mi ferisce davvero della società.
Tutti noi. Binari che non si incontrano mai.
E andiamo avanti.
Guardiamo telegiornali che non sanno se far ridere o piangere. Notizie
senza spessore combattono con le più terribili dichiarazioni. Tutte raccontate
con lo stesso tono di voce.
Allora questi poveri anziani si ritrovano a chiacchierare con lo schermo
ventiquattro pollici. È un dialogo a senso unico, ovviamente.
Questa è la verità. Ed è talmente incarnata nel nostro esistere da non
spaventare nemmeno più. Distanze su distanze. Paura della vita. Quello si,
forse perché tra i mille impegni non abbiamo ancora capito di cosa si tratti.
Certo, non è mai troppo tardi. Ma non basta capirlo. Troppo facile.
Siamo bravi a fare i filosofi quanto ad ignorare gli occhi di un cane sul
ciglio della strada. E allora? Dove vogliamo arrivare? Al baratro più profondo.
Il lavoro che mi propongo di fare è quello di Ascoltare.
Non Ignorare ma Ascoltare.
Non Giudicare ma Ascoltare.
Non Vedere ma Guardare.
Francesco ha due gambe sottili sottili e si aiuta nel camminare con un
bastone a tre piedi.
La vita ci porta anche lì.
Ci rende schiavi degli altri.
Allora l’unica cosa che conta è sapere di aver fatto ciò che l’istinto
chiamava, quando era il momento. Il pubblico non serve più.
Dobbiamo vivere.
Solo vivere, non abbiamo scuse.”
da Come i binari.
sabato 18 gennaio 2014
lunedì 13 gennaio 2014
Iscriviti a:
Post (Atom)