“Voglio credere
che le difficoltà abbiano davvero un senso. Ce l’hanno per forza.
La cosa che ti
aiuta di più è il sapere di non essere solo, di poter condividere con altre
persone la condizione in cui ci si trova.
Consola.
Consola davvero
tanto.
Altrimenti
bisognerebbe mollare, ma non solo io.
Mollare tutti
quanti insieme. Una protesta alla vita crudele e alle ingiustizie.
E invece no.
Ogni mattina ci alziamo dal letto e proseguiamo il cammino. Anche chi si
lamenta sempre lo fa, magari a modo suo, ma lo fa.
Ognuno di noi ha
un motivo per cui alzarsi dal letto. E se anche apparentemente non c’è. C’è.
Ricordo di aver
conosciuto una donna malata che, grazie alle necessità del suo cane, si sentiva
in obbligo di fare determinate cose. Ecco, si, di non mollare.
E ce l’ha fatta.
Perché quando la
mente si arrende, il corpo crolla.
Il corpo subisce
l’influsso dell’anima in una maniera spaventosa.
La piccolezza di
certi problemi diviene eclatante davanti ad immani disgrazie.
E allora ci
sentiamo piccoli e stupidi per aver desiderato un frivolo oggetto, per averne
fatto motivo di preoccupazione.
Le sciocche
ambizioni impallidiscono di fronte al senso di questa esistenza. Quello reale,
che vive lontano dall’essere alla moda, dal frequentare certi locali,
dall’essere impeccabile davanti al giudizio di altre mille coppie di occhi.
L’altro giorno,
in fila dalla dottoressa, ho visto entrare una donna ansimante. Tutti i
presenti la guardavano. Venti occhi su di lei.
La donna
sembrava alquanto provata. Respirava ad
un ritmo forsennato.
Pochi minuti
dopo il suo ingresso, la donna delle pulizie è uscita dal bagno. Le due signore,
che chiaramente si conoscevano, hanno iniziato a parlare.
Essendo vicino a
loro, inevitabilmente ho sentito quello che dicevano.
Ho scoperto che
la donna affaticata era affetta da una patologia grave ai polmoni e,
oltretutto, raccontava all’altra donna della difficile situazione familiare che
aveva a casa. Diceva di doversi occupare di una persona anziana.
La sentii dire
“Anch’io ho i miei momenti di crisi.”
Come per
giustificarsi, come se tutta quella situazione non la giustificasse a
prescindere.
In quel momento
ho pensato a quante volte mi faccio prendere dal panico per nulla. Tutti noi lo
facciamo.
Ricordo che
diceva di voler fare la ragazzina venendo fino lì in bicicletta. E mi fece
tenerezza, per tutta la grinta che aveva dentro.
L’altra signora
la ascoltava comprensiva.
La forza di
quella povera donna malata mi ha colpito e la porto con me.
È un esempio per
tutti, senza dover cercare chissà dove tra nomi illustri e personaggi
originali.
L’essere umano
sa abituarsi davvero a tutto.
Quello che ci
spaventa viene assimilato o rifiutato categoricamente.
Ma le montagne
non vanno accerchiate, vanno scalate!”
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